SESSIONE TERZA: LA PRODUZIONE PULITA, UNO STRUMENTO PER LA COMPETITIVITA' DELL'IMPRESA NEL MEDITERRANEO

 

Malgrado le differenze nel livello di industrializzazione dei vari paesi del bacino, una serie di caratteristiche comuni ci permettono di impostare in modo globale il problema relativo all'applicazione del concetto di produzione pulita.

Si tratta di un problema che deve essere affrontato globalmente. Non si ritiene valido un modello che si limiti a spostare i processi più inquinanti per ragioni di costo, di legislazione o di normativa. I paesi mediterranei devono condividere alcuni criteri generali minimi sulla produzione pulita e adeguarsi inoltre ai bisogni locali, per evitare le barriere commerciali e tecnologiche della regione.

Nel corso del dibattito è emerso il bisogno di contesti normativi omogenei e di inventari sia in relazione all'inquinamento, sia riguardo alle soluzioni che possono avvicinare le due sponde intorno ad una concezione comune di produzione pulita.

E' di fondamentale importanza che l'industrializzazione dei PSEM sia realizzata in sintonia con i principi della razionalizzazione e dell'efficienza della produzione, evitando lo sperpero di materiali e di risorse. Bisogna promuovere, in seno all'industria mediterranea, una politica industriale che privilegi l'uso efficiente delle materie prime, il riciclaggio e i processi non inquinanti.

Il problema dei rifiuti è  uno degli argomenti ancora in sospeso della politica ambientale mediterranea. Un cittadino europeo produce, in media, 340 chili di rifiuti solidi urbani all'anno. Questa cifra non è tanto elevata nei PSEM, anche se sta aumentano in modo notevole. Se sommiamo a questo elemento la produzione dei rifiuti industriali, il problema raggiunge proporzioni allarmanti nelle aree più densamente industrializzate di Europa e nelle grandi città dei PSEM. Inoltre, nelle isole mediterranee la situazione è aggravata dalla mancanza di spazio per gli scarichi controllati.

Bisogna definire, da un lato, una politica comune per l'eliminazione e il trattamento dei rifiuti, promuovendo la convergenza delle normative delle due sponde del Mediterraneo; dall'altro, sviluppare quelle tecnologie che riducono le esalazioni nocive dei processi industriali. Parliamo di società e di regioni con un tessuto industriale basato sulle piccole e medie imprese, spesso in un contesto urbano in crescita disordinata, con una maggiore concentrazione sulle fasce costiere. Per di più i settori industriali tradizionali, tra cui il tessile, le concerie e l'industria dei prodotti derivati dall'agricoltura e dalla pastorizia, hanno una serie di problemi in comune: ad esempio, il fatto di essere grandi consumatori d'acqua, un bene che scarseggia nella zona.

Il concetto di produzione pulita ed i suoi complementari di minimizzazione, riduzione all'origine e prevenzione dell'inquinamento, possono suggerire diverse interpretazioni,  a seconda di chi li invoca. Per questa ragione, è stato approfondito il significato che le Nazioni Unite conferiscono alla produzione pulita: un processo continuo di miglioramento nelle pratiche di gestione ambientale delle imprese, partecipando alla gestione globale delle stesse.

Nel valutare il costo delle pratiche di prevenzione, si sono distinte quelle pratiche che comportano un costo minimo o nullo per le imprese: di applicazione immediata e adottabili da parte di qualunque organizzazione,  e che possono garantire un risparmio fino al 30% nella produzione di rifiuti e di sostanze inquinanti.

Una gestione adeguata dell'ambiente, che dia priorità alla prevenzione, non è un lusso da ricchi, bensì una necessità per garantire la produttività dell'impresa e l'incremento della sua competitività. Misure come il trattamento alla fine dei tubi (end of pipe) comportano un costo che non sarà mai recuperato, mentre la produzione pulita assicura un risparmio netto per l'impresa.

Gli imprenditori, tuttavia, si mostrano ancora reticenti di fronte a proposte del genere. Da qui deriva l'esigenza di proporre  varie opzioni di produzione pulita, adeguata alle necessità ed alle caratteristiche di ciascuna regione. A tale scopo, si propone di instaurare rapporti di interscambio tra gli esperti delle due sponde.

Il bisogno del trasferimento di conoscenze si è manifestato a proposito della produzione di olio di oliva. E' stato presentato il modello operativo adottato in Catalogna che permette, contemporaneamente: la riduzione del consumo di acqua ed energia, la diminuzione della produzione di rifiuti e la riutilizzazione dei sottoprodotti. Questo esempio è stato seguito da quelle proposte che puntano sul bisogno di instaurare dei meccanismi per il trasferimento di conoscenze e tecnologie in tutto il bacino mediterraneo.

Tra le conclusioni e le proposte emerse in questa sessione, occorre segnalare:

 

     Fissare in modo definitivo, e diffondere ampiamente, il concetto di produzione pulita, per facilitare così la sua adozione da parte di tutti i segmenti sociali, economici, politici ed istituzionali interessati al tema, compresi i consumatori.

     Effettuare un approccio integrato ai problemi ambientali, evitando il passaggio dell'inquinamento da un contesto ricettore all'altro.

     Appoggiare la Rete di Centri di Produzione Pulita, iniziativa di prossimo lancio che sarà promossa dal Programma Mediterraneo di Assistenza Tecnica Ambientale.

     Istituire strumenti che facilitino la diagnosi delle possibilità di minimizzazione e di riduzione dell'inquinamento. Tutto ciò dovrà avvenire all'interno dello stesso centro di produzione, in contrapposizione alle tecniche di trattamento dell'inquinamento già utilizzate.

     Diffondere e promuovere l'applicazione delle misure di minimizzazione che hanno un costo zero o un tempo di ritorno molto breve.

     Promuovere l'interscambio di esperti e di conoscenze per mezzo di seminari settoriali da svolgersi in tutto il bacino. Si riuscirebbe così a creare un collettivo autoctono di assessori in materia di produzione pulita.

     Promuovere gruppi di lavoro settoriali che riuniscano tutti coloro che partecipano ai processi industriali (imprese, esperto, amministrazioni, uomini di scienza, etc.)

     Divulgare gli esempi di applicazione dei programmi di produzione pulita, insistendo soprattutto sugli aspetti di fattibilità economica.

     Promuovere progetti di dimostrazione sulla costa sud, per quei settori che sono meglio radicati nella zona.

     Promuovere programmi per la preparazione dei formatori con la stretta collaborazione di esperti ed istituzioni per la ricerca e lo sviluppo.

     Introdurre dispositivi economici che fungano sia da propulsori che da deterrente, allo scopo di diminuire i costi esterni.

     Fare pressione sui governi perché adeguino i loro costi legali e giuridici alle proposte fissate dal Programma di Azione per il Mediterraneo (PAM) della Convenzione di Barcellona, come conseguenza del mandato ricevuto in tal senso.